La definizione di competenza
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27 Febbraio 2023Un contributo sulla figura del poeta William Butler Yeats (1865-1939) di Luigi Gaudio
“Il più grande poeta del nostro tempo, certamente il più grande poeta in questa lingua e, per quanto ne so, in qualsiasi lingua.”
~TS Eliot
La biografia
Quando discutiamo della poesia di Yeats, dobbiamo stare molto attenti a evitare errori di valutazione.
Per tutti i poeti, e ancora di più per Yeats, non vale la presunzione, l’idea che le opere d’arte creativa, letteratura o musica possano essere interpretate come riflessi della vita dei loro autori.
Detto questo, una conoscenza di come le forze politiche e personali hanno modellato la visione del mondo di qualsiasi artista può fornire un contesto storico, che è spesso necessario nella ricerca di un significato profondo con la loro arte, anche se non esaurisce se non una parte minima di tale senso profondo.
Una famiglia di artisti
William Butler Yeats nasce il 13 giugno 1865 a Dublino.
Suo padre era una specie di avvocato che divenne pittore preraffaellita.
Nel 1867 la famiglia lo seguì a Londra e si stabilì a Bedford Park.
Nel 1881 (Yeats = 16) tornarono a Dublino, dove Yeats studiò alla Metropolitan School of Art.
Crisi d’identità, contrasti ed equilibrio
Mentre Yeats è nato nell’est dell’Irlanda, alcuni dei suoi primi giorni e le successive gite in famiglia sono trascorse a Sligo, presso l’isola del lago di Innisfree. Sligo è una città occidentale che Yeats considera la sua città.
Sebbene faccia parte dell’Ascendancy protestante (gli anglo-irlandesi filobritannici), lui e la sua famiglia sostengono i movimenti nazionalisti irlandesi.
Interessi che cambiano
Dopo qualche tempo alla Metropolitan School of Art, Yeats capì che non era destinato ad essere un pittore.
Mentre era lì incontrò il poeta, drammaturgo e pittore George Russell (1867-1935).
Russell era interessato al misticismo e la sua ricerca ha ispirato Yeats a esplorare la reincarnazione, il soprannaturale e il “misticismo orientale”.
È nato uno scrittore
Yeats fece il suo debutto letterario nel 1885, quando le sue prime poesie furono pubblicate su The Dublin University Review.
Nel 1887 la famiglia tornò a Bedford Park (Londra) e Yeats si dedicò a scrivere le poesie che avrebbero riempito i suoi primi volumi.
Maud Gonne
Yeats incontrò l’amore della sua vita, Maud Gonne, nel 1889.
Era un’attrice finanziariamente indipendente
Era anche una rivoluzionaria irlandese che divenne una figura importante nella vita e nel lavoro di Yeats.
Yeats ha scritto poesie per lei, le ha chiesto di sposarlo più volte e molti biografi affermano che la adorasse.
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La rosa del mondo
E’ contenuta nella raccolta The Countess Cathleen del 1892, periodo giovanile in cui sono presenti caratteri di estetismo che si risolve in immagini languide e languidi musicalismi.
- Il tema di questa poesia è la ‘bellezza’, concepita come una sorta di forza superiore, eterna, incomprensibile, cui tutte le creature debbono inchinarsi.
Il tono è elevato, e la bellezza viene associata immediatamente all’idea del sacro: è una specie di creatura privilegiata di Dio: per lei si compiono tutti i prodigi (1); lei sopravvive al trascorrere degli uomini e delle cose (2); a lei persino gli Arcangeli devono inchinarsi (3).
E’ utile sapere che in quegli anni per Yates la bellezza era fisicamente incarnata per Maud Gonne, a cui è dedicata anche la prossima poesia.
The rose of the world
Who dreamed that beauty passes like a dream? For these red lips, with all their mournful pride, Mournful that no new wonder may betide, Troy passed away in one high funeral gleam, And Usna’s children died.
We and the labouring world are passing by: Amid men’s souls, that waver and give place Like the pale waters in their wintry race, Under the passing stars, foam of the sky, Lives on this lonely face.
Bow down, archangels, in your dim abode: Before you were, or any hearts to beat, Weary and kind one lingered by His seat; He made the world to be a grassy road Before her wandering feet. “The Rose of the World” is reprinted from The Rose. W.B. Yeats. 1893 |
Chi sognò che bellezza trascorre come un sogno?
Per queste labbra rosse, con tutta la loro fierezza dolente, Dolente che nessun nuovo prodigio possa accadere, Troia passò in alto funereo splendore, E i figli d’Usna perirono. * Noi e il mondo travaglioso trascorriamo: Fra le anime degli uomini, che ondeggiano e si traggon da parte Come pallide acque nel loro corso invernale, Sotto le stelle trascorrenti, spuma del cielo, Sempre vive quest’unico volto. * Inchinatevi, arcangeli, nella vostra dimora in penombra: prima che voi foste, prima che un cuore palpitasse, Benigna e languida una indugiava presso al Suo seggio; Ei fece il mondo perché fosse erbosa via Dinnanzi ai piedi errabondi di lei. |
Quando tu sarai vecchia
When you are old and gray and full of sleep And nodding by the fire, take down this book, And slowly read, and dream of the soft look Your eyes had once, and of their shadows deep; How many loved your moments of glad grace, And loved your beauty with love false or true; But one man loved the pilgrim soul in you, And loved the sorrows of your changing face. And bending down beside the glowing bars, Murmur, a little sadly, how love fled 10 And paced upon the mountains overhead, And hid his face amid a crowd of stars. |
Traduzione di Montale
Quando tu sarai vecchia, tentennante tra fuoco e veglia prendi questo libro, leggilo senza fretta e sogna la dolcezza 4 dei tuoi occhi d’un tempo e le loro ombre. Quanti hanno amato la tua dolce grazia di allora e la bellezza di un vero o falso amore. Ma uno solo ha amato l’anima tua pellegrina 8 e la tortura del tuo trascolorante volto. Cùrvati dunque su questa tua griglia di brace e di’ a te stessa a bassa voce Amore ecco come tu fuggi alto sulle montagne 12 e nascondi il tuo pianto in uno sciame di stelle. |
Traduzione in francese
Quand vous serez bien vieille, au soir, à la chandelle, Assise aupres du feu, devidant et filant, Direz, chantant mes vers, en vous esmerveillant : Ronsard me celebroit du temps que j’estois belle. Lors, vous n’aurez servante oyant telle nouvelle, Desja sous le labeur à demy sommeillant, Qui au bruit de mon nom ne s’aille resveillant, Benissant vostre nom de louange immortelle. Je seray sous la terre et fantaume sans os : Par les ombres myrteux je prendray mon repos : Vous serez au fouyer une vieille accroupie, Regrettant mon amour et vostre fier desdain. Vivez, si m’en croyez, n’attendez à demain : Cueillez dés aujourd’huy les roses de la vie.
|
La donna amata viene immaginata nel tempo della vecchiaia, quando avrà perso la sua bellezza e si ricorderà che, fra tanti, uno solo ne ha amato l’anima, e non solo l’apparenza.
Chiaramente ispirata ad un famoso sonetto di Pierre de Ronsard (1524 – 1585), il quale è bel presente anche nella mente del traduttore, Montale, il quale traspone liberamente l’ultima quartina dalla terza alla seconda persona (‘tu fuggi’).
L’originale inglese ha la forma del sonetto Elisabettiano, ma manca del distico finale. La prima quartina è la traduzione esatta dal francese.
Dopo che lei nel 1903 sposò un altro uomo, Yeats scrisse “No Second Troy”, evidentemente dedicata alla sua Elena – Maud Gonne.
No Second Troy
Why should I blame her that she filled my days
With misery, or that she would of late
Have taught to ignorant men most violent ways,
Or hurled the little streets upon the great,
Had they but courage equal to desire?
What could have made her peaceful with a mind
That nobleness made simple as a fire,
With beauty like a tightened bow, a kind
That is no natural in an age like this,
Being high and solitary and most stern?
Why, what could she have done, being what she is?
Was there another Troy for her to burn?
No Second Troy (traduzione)
Perché io dovrei rimproverarla perché ha riempito i miei giorni
Di tristezza, o perché voleva ultimamente
Insegnare ad uomini ignoranti maniere violente,
O avventare le strade secondarie su quelle principali,
Se soltanto avessero avuto coraggio pari al desiderio?
Che cosa avrebbe potuto pacificarla, lei che ha un animo
Reso dalla nobiltà semplice come una fiamma,
E una bellezza simile a un arco teso, di un genere
Che non è naturale in un’età come questa,
Alta bellezza e solitaria e molto austera?
Che cosa avrebbe potuto fare, essendo quella che è?
C’era forse per lei un’altra Troia da incendiare?
(da ‘The Green Helmet and Other Poems‘, 1910 – Poesia datata 1908
Traduzione di Giorgio Melchiorri –
Contenuta nella raccolta ‘Yeats, Quaranta poesie‘, Einaudi 1983)
L’attivismo di Yeats
Maud Gonne influenzò Yeats affinché si unisse all’organizzazione rivoluzionaria Irish Republican Brotherhood.
Nel 1896 Yeats iniziò a lavorare per riformare la Irish Literary Society, e poi la National Literary Society di Dublino, che mirava a promuovere la New Irish Library.
Lady Gregory e l’Abbey Theatre
Nel 1897 Yeats incontrò Lady Gregory. Yeats, Gregory, Synge e altri fondarono l’Irish Literary Theatre.
traduzione esatta dal francese.
I cigni selvaggi di Coole
The Wild Swans at Coole
The trees are in their autumn beauty, The woodland paths are dry, Under the October twilight the water Mirrors a still sky; Upon the brimming water among the stones Are nine-and-fifty swans.
The nineteenth autumn has come upon me Since I first made my count; I saw, before I had well finished, All suddenly mount And scatter wheeling in great broken rings Upon their clamorous wings.
I have looked upon those brilliant creatures, And now my heart is sore. All’s changed since I, hearing at twilight, The first time on this shore, The bell-beat of their wings above my head, Trod with a lighter tread.
Unwearied still, lover by lover, They paddle in the cold Companionable streams or climb the air; Their hearts have not grown old; Passion or conquest, wander where they will, Attend upon them still.
But now they drift on the still water, Mysterious, beautiful; Among what rushes will they build, By what lake’s edge or pool Delight men’s eyes when I awake some day To find they have flown away? |
Gli alberi sono nella loro autunnale bellezza,
i sentieri del bosco sono asciutti, nel crepuscolo d’ottobre l’acqua riflette un cielo immobile; sull’acqua colma fra le pietre, stanno cinquantanove cigni.
Già diciannove autunni mi raggiunsero da quando li contai la prima volta; li vidi, prima che finissi il conto, tutti di colpo sollevarsi e sperdersi rotando in grandi cerchi interrotti sulle ali rumorose.
Ho ammirato quelle creature splendenti e ora è triste il mio cuore. Tutto è cambiato da quando io, ascoltando la prima volta, su questa riva, al crepuscolo, lo scampanare delle loro ali sopra il mio capo, camminavo con passo più leggero.
Senza ancora saziarsi, amata e amante, remano nelle fredde correnti amiche, o scalano l’aria; i loro cuori non sono invecchiati; passione o conquista, dovunque vadano errando, tuttora li accompagna.
Ma ora galleggiano sull’acqua immobile, misteriosi, bellissimi. Fra quali giunchi nidificheranno, sulle sponde di quale lago o stagno delizieranno occhi umani quando un giorno, svegliandomi, mi accorgerò che son volati via? |
E’ una poesia tratta dall’omonima raccolta del 1917. Già nel 1914 Yates aveva composto la raccolta Responsabilities, in cui affronta temi sociali d’attualità, come era immancabile nell’Irlanda di quel periodo, marcando uno stacco con la poesia postromantica precedente.
Questo componimento è ispirato ad una delle tante visite di Yates a Lady Augusta Gregory, donna attiva nelle questioni politiche irlandesi e co-fondatrice, insieme al poeta, del teatro nazionale irlandese. Lady Gregory abitava proprio a Coole, e i cigni sono quelli che l’autore vedeva quando andava a trovarla.
- Si allude ad una natura sottoposta ad un ritmo sempre uguale a sé stessa, che in passato rasserenava il poeta, ma che ora, proprio perché è rimasta così uguale, mette ancor più in risalto il suo animo profondamente mutato.
Il 1916, anno di composizione di questa poesia, è l’anno della sanguinosa Domenica, in cui la rivolta irlandese è stata soffocata nel sangue, e l’anno dell’ultimo definitivo rifiuto di Maud Gonne alla proposta di matrimonio del poeta.
I cigni fanno parte di un consolidato immaginario, che trova anche riscontro nella mitologia irlandese, in cui sono simbolo dell’amore e della passione.
Thor Ballyle
All’inizio del 1917, Yeats acquistò Thoor Ballyle, una torre in pietra normanna abbandonata vicino a Coole Park.
Dopo averla restaurata, la torre divenne la sua residenza estiva e un simbolo centrale nella sua successiva poesia.
Nel 1917 sposò Georgie Hyde-Lees. 17 sposò un’ altra donna, Georgiana Hyde-Lees, una nota medium, nel periodo in cui si dedicava all’esoterismo e alle arti magiche, che sarà un interesse per tutta la sua vita, sposa Georgina Hyde-Lees, e poco dopo scriverà un trattato su questo argomento intitolato A vision
Yeats è sepolto a Sligo
Fasi dello stile di Yeats
Romantico/post-romantico
Simbolista
Modernista britannico
Caratteristiche della letteratura romantica:
La poesia romantica trasmette emozioni attraverso:
Desiderio di stati ideali dell’essere
Profondo scavo interiore
Nostalgia del passato classico
Interesse per esperienze misteriose e mistiche
Delizia dei sensi (erotismo) e fascino dell’oriente (esotismo)
Formalità strutturale e schema di rime
Miscela di gioia e sconforto intensamente sentiti
Celebrazione di diritti e libertà individuali e di popolo
Forte preoccupazione per la società, la politica e le libertà dell’umanità
Liberazione dell’inconscio (paure e aspirazioni)
Espressione dei pensieri più intimi
Yeats e il contesto storico
Yeats = Shakespeare d’Irlanda, uno scrittore che ha approfondito l’Irlanda del suo tempo, che si è rivelata essere un’era vitale di costruzione della nazione durante la quale l’identità moderna dell’Irlanda veniva forgiata.
Come Shakespeare, ci ha lasciato in eredità un ricco tesoro di versi memorabili e preziose intuizioni. Inoltre, il lavoro di Yeats – le sue poesie storiche – riporta in vita il passato dell’Irlanda, facendo per l’Irlanda ciò che Shakespeare aveva fatto per l’Inghilterra nelle sue opere storiche.
Yeats=un interprete potente e perspicace di quel periodo fecondo, non solo per l’Irlanda, ma per la storia culturale comune di Inghilterra e Irlanda.
All’Irlanda nei tempi che verranno. Una poesia di William Butler Yeats
To Ireland in the Coming Times
Know, that I would accounted be
True brother of a company
That sang, to sweeten Ireland’s wrong,
Ballad and story, rann and song;
Nor be I any less of them,
Because the red-rose-bordered hem
Of her, whose history began
Before God made the angelic clan,
Trails all about the written page.
When Time began to rant and rage
The measure of her flying feet
Made Ireland’s heart begin to beat;
And Time bade all his candles flare
To light a measure here and there;
And may the thoughts of Ireland brood
Upon a measured quietude.
Nor may I less be counted one
With Davis, Mangan, Ferguson,
Because, to him who ponders well,
My rhymes more than their rhyming tell
Of things discovered in the deep,
Where only body’s laid asleep.
For the elemental creatures go
About my table to and fro,
That hurry from unmeasured mind
To rant and rage in flood and wind;
Yet he who treads in measured ways
May surely barter gaze for gaze.
Man ever journeys on with them
After the red-rose-bordered hem.
Ah, faeries, dancing under the moon,
A Druid land, a Druid tune!
While still I may, I write for you
The love I lived, the dream I knew.
From our birthday, until we die,
Is but the winking of an eye;
And we, our singing and our love,
What measurer Time has lit above,
And all benighted things that go
About my table to and fro,
Are passing on to where may be,
In truth’s consuming ecstasy,
No place for love and dream at all;
For God goes by with white footfall.
I cast my heart into my rhymes,
That you, in the dim coming times,
May know how my heart went with them
After the red-rose-bordered hem.
All’Irlanda nei tempi che verranno (traduzione)
Sappiatelo, vorrei
Essere annoverato fra i veri confratelli
Di quella compagnia, che cantarono,
Per addolcire i mali dell’Irlanda,
Ballate e favole, strofe e canzoni;
Né io meno di loro mi considero, perché
Lo strascico di lei di rose rosse orlato,
Di colei la cui storia ebbe inizio
Prima che Dio creasse la falange angelica,
Sfiora lasciando tracce su tutto il foglio scritto.
Quando il Tempo iniziò a declamare
E ad infuriarsi, il ritmo del suo rapido
Piede risvegliò i palpiti
Del cuore dell’Irlanda; e il Tempo diede ordine
Di fiammeggiare a tutte le candele, così che illuminassero
Qua e là il ritmo di lei; e possano i pensieri
Dell’Irlanda nutrirsi a questa quiete ritmica.
Né io possa di meno
Essere annoverato insieme a Davis,
A Ferguson e a Mangan, poiché per colui
Che vi presti attenzione le mie rime narrano
Meglio di loro le cose che si scoprono
Nelle profondità, dove soltanto il corpo è addormentato.
Creature elementari vanno e vengono
Attorno alla mia tavola, e sorgono
Rapide da uno spirito insondabile
A declamare e a infuriarsi nei flutti e nel vento;
Eppure, colui che si muove seguendo i modi del ritmo
Può scambiare con loro sguardo a sguardo.
L’uomo procede sempre insieme a loro
Dietro lo strascico di lei di rose rosse orlato.
Ah, Fate che intrecciate danze sotto la luna,
Terra druidica, canto dei Druidi!
Finché m’è ancora possibile, è per te che scrivo
La vita che ho vissuto, il sogno che ho sognato.
Dal giorno della nascita alla morte
Tutto rapido scorre.
E noi, il nostro canto e il nostro amore
E tutto ciò che il Tempo misuratore un giorno ha acceso
E tutti gli esseri in penombra che fanno andirivieni
Attorno alla mia tavola, tutto va oltre
Verso un luogo in cui forse non esiste,
Nell’estasi di verità che ogni cosa consuma,
Luogo alcuno per l’amore e il sogno;
Chè Dio procede con candido passo.
Ho gettato il mio cuore nei miei versi
Affinché tu, nei cupi tempi a venire,
Possa sapere che il mio cuore ricercò con essi
Lo strascico del manto di rose rosse orlato.
——
Da Poeti inglesi del Novecento (a cura di Roberto Sanesi), Bompiani, 1986.
“In Irlanda nei prossimi tempi” 1893 YEATS CRITICATO DA INGLESI E IRLANDESI
Questa poesia è stata scritta all’inizio degli anni 1890 in un momento in cui Yeats era attivamente impegnato in una lunga lotta per creare una letteratura nazionale irlandese in lingua inglese.
In questa poesia, Yeats crea un oratore che insiste nel combinare i suoi sforzi per “addolcire il torto dell’Irlanda” con i più alti standard estetici.
Il lato “politico” della sua identità è sempre stato subordinato a quelle che vedeva come le sue stringenti responsabilità di scrittore.
C’era anche la questione della lingua in cui la letteratura irlandese doveva essere scritta.
Come qualcuno che non ha mai cercato di padroneggiare la lingua irlandese, Yeats ha naturalmente insistito sul fatto che le intuizioni distintive irlandesi derivate dalla nostra mitologia e memoria popolare potessero essere espresse in inglese.
C’era chi contestava questo punto di vista; alcuni deridevano il lavoro di Yeats come manifestazione di una “mente inglese in Irlanda”.
“In Irlanda nei prossimi tempi” I TUDOR
Il periodo Tudor è il periodo compreso tra il 1485 e il 1603 in Inghilterra e Galles.
Quattro sovrani: Enrico VIII, Edoardo VI, Maria I ed Elisabetta I
Un tema dominante della storia dei Tudor fu la Riforma, la trasformazione dell’Inghilterra dal cattolicesimo all’anglicanesimo.
Enrico VIII ha sostituito il papa come capo della Chiesa d’Inghilterra, ma ha mantenuto le dottrine cattoliche
Edoardo ha imposto un protestantesimo molto rigoroso
Maria Stuarda ha tentato di ripristinare il cattolicesimo e Elisabetta fondò la Chiesa protestante d’Inghilterra, ma inviò predicatori in Irlanda per consolidare anche in Irlanda la chiesa anglicana.
“In Irlanda nei prossimi tempi” 1893 I DRUIDI
Un druido era un membro della classe istruita e professionale tra i popoli celtici della Gallia, delle isole britanniche e forse altrove sin dall’età del ferro (1200-600 a.C.).
La classe dei druidi comprendeva studiosi della legge, poeti e dottori, quindi tutte le professioni erudite del tempo, sebbene i più noti tra i druidi fossero i capi religiosi.
I druidi svolgono un ruolo di primo piano nel folclore irlandese, servendo generalmente signori e re come consiglieri.
Essi sono sacerdoti di alto rango con il dono della profezia e altre abilità mistiche assortite.
“Settembre 1913”
La poesia apparve per la prima volta su The Irish Times il 9.8.1913
L’impegno di Yeats con l’Irlanda nazionalista aveva raggiunto il suo apice nei primi anni del 20 ° secolo e durante questo periodo pubblicò molte opere teatrali.
Intorno al 1910, Yeats iniziò a rendersi conto che non tutti condividevano la sua visione romantica e idiosincratica di ciò che l’Irlanda dovrebbe essere.
Yeats dovette affrontare la spiacevole prospettiva che il “movimento intellettuale” che aveva cercato di costruire potesse finire in un fallimento, caduto preda delle macchinazioni di menti meno creative, ma non per questo meno determinate.
Queste delusioni spinsero Yeats a proclamare la morte dell’Irlanda romantica, sepolta senza tante cerimonie insieme al suo mentore, John O’Leary.
“Settembre 1913” Chi era John O’Leary
John O’Leary:
Voleva la completa indipendenza irlandese dalla Gran Bretagna.
Non repubblicano; un monarchico costituzionale.
Credeva nella forza fisica, ma era contrario agli atti di violenza individuali.
Era un laico che pensava che la Chiesa dovesse stare fuori dalla politica.
Non era interessato alla lingua irlandese nonostante la sua simpatia per il revival gaelico.
“Settembre 1913”
John O’Leary: un separatista irlandese la cui politica si è concentrata sull’ottenere il massimo bene per l’Irlanda.
I versi della poesia mostrano che Yeats ammira la visione onnipresente di O’Leary e desidera un ritorno alla politica meno egoista di un’epoca passata
I romantici britannici ammirati da Yeats
Percy Shelly
8/1792 – 7/1822
Poeta – chiamato “Mad Shelley” (Pazzo Shelley)
Il secondo matrimonio fu con Mary, autrice di Frankenstein
Espulso da Oxford perché ateo
William Blake
11/1757 – 8/1827
In gran parte non riconosciuto durante la sua vita
Fuori sintonia con il mondo “normale”: un artista povero che parlava con gli angeli
Poeta e pittore
“Settembre 1913”
Influenze su Yeats nel “Settembre 1913”:
L’uso del linguaggio mostra il rispetto di Yeats per le tradizioni letterarie dei poeti romantici britannici del XIX secolo.
Ideologicamente, l’influenza di O’Leary su Yeats consente al poeta di ereditare anche la visione nazionalistica di O’Leary.
Di conseguenza:
Yeats trasforma l’idealismo romantico di Blake e Shelley in un’idea fondamentalmente irlandese
La profonda eredità irlandese di Yeats diventa romantica in ogni senso della parola.
“September 1913” illustra quindi ironicamente che “l’Irlanda romantica” non è morta dopotutto; anzi, continua a vivere nella straordinaria voce che pronuncia la poesia, la voce del più grande discepolo di O’Leary
“September 1913”
What need you, being come to sense,
But fumble in a greasy till
And add the halfpence to the pence
And prayer to shivering prayer, until
You have dried the marrow from the bone;
For men were born to pray and save:
Romantic Ireland’s dead and gone,
It’s with O’Leary in the grave.
Yet they were of a different kind,
The names that stilled your childish play,
They have gone about the world like wind,
But little time had they to pray
For whom the hangman’s rope was spun,
And what, God help us, could they save?
Romantic Ireland’s dead and gone,
It’s with O’Leary in the grave.
Was it for this the wild geese spread
The grey wing upon every tide;
For this that all that blood was shed,
For this Edward Fitzgerald died,
And Robert Emmet and Wolfe Tone,
All that delirium of the brave?
Romantic Ireland’s dead and gone,
It’s with O’Leary in the grave.
Yet could we turn the years again,
And call those exiles as they were
In all their loneliness and pain,
You’d cry, ‘Some woman’s yellow hair
Has maddened every mother’s son’:
They weighed so lightly what they gave.
But let them be, they’re dead and gone,
They’re with O’Leary in the grave.
“Settembre 1913”
Che bisogno hai, essendo venuto a buon senso,
Ma armeggiare in una cassa unta
E aggiungi il mezzo penny al pence
E la preghiera alla preghiera tremante, fino a quando
Hai asciugato il midollo dall’osso;
Perché gli uomini sono nati per pregare e salvare:
L’Irlanda romantica è morta e sepolta,
È con O’Leary nella tomba.
Eppure erano di un tipo diverso,
I nomi che hanno placato il tuo gioco infantile,
Hanno girato il mondo come vento,
Ma avevano poco tempo per pregare
Per chi fu tesa la corda del boia,
E cosa, Dio ci aiuti, potrebbero salvare?
L’Irlanda romantica è morta e sepolta,
È con O’Leary nella tomba.
Fu per questo che si diffusero le oche selvatiche
L’ala grigia su ogni marea;
Per questo che tutto quel sangue fu versato,
Per questo Edward Fitzgerald è morto,
E Robert Emmet e Wolfe Tone,
Tutto quel delirio dei coraggiosi?
L’Irlanda romantica è morta e sepolta,
È con O’Leary nella tomba.
Eppure potremmo cambiare di nuovo gli anni,
E chiama quegli esuli come erano
In tutta la loro solitudine e dolore,
Piangevi: “I capelli gialli di una donna”.
Ha fatto impazzire il figlio di ogni madre’:
Hanno pesato così poco quello che hanno dato.
Ma lasciali stare, sono morti e sepolti,
Sono con O’Leary nella tomba.
Easter 1916
I have met them at close of day
Coming with vivid faces From counter or desk among grey Eighteenth-century houses. I have passed with a nod of the head Or polite meaningless words, Or have lingered awhile and said Polite meaningless words, And thought before I had done Of a mocking tale or a gibe To please a companion Around the fire at the club, Being certain that they and I But lived where motley is worn: All changed, changed utterly: A terrible beauty is born.
[…]
I write it out in a verse — MacDonagh and MacBride And Connolly and Pearse Now and in time to be, Wherever green is worn, Are changed, changed utterly: A terrible beauty is born. |
Li ho incontrati al cadere del giorno
Mentre ritornavano animati in viso Da banchi di negozi o scrittoi tra grigie Case del diciottesimo secolo.
Sono passato con un cenno del capo O cortesi parole senza senso, O mi sono soffermato un momento e ho detto Cortesi parole senza senso, E pensato prima d’andarmene Alla storiella beffarda o al sarcasmo Con cui s’intrattiene un amico Intorno al fuoco al circolo, Certo che essi e io Vivevamo soltanto ove s’indossa la casacca del buffone: Tutti mutati, interamente mutati. Una bellezza terribile è nata.
[…]
Ecco, lo scrivo in versi – Mac Donagh e Mac Bride con Connolly e Pearse ora e nei tempi che verranno, in ogni luogo in cui si indossi il verde, sono mutati, mutati interamente: una terribile bellezza è nata. |
“Il secondo avvento” 1919-20 (The second coming)
Spiritus Mundi: termine latino che letteralmente significa “spirito del mondo”.
Una specie di inconscio collettivo per il mondo intero
Nello Spiritus Mundi c’è, secondo William Butler Yeats: “una memoria universale e una sorta di ‘musa’ che fornisce ispirazione al poeta o allo scrittore”.
Sfinge: una creatura mitica con la testa di un essere umano e il corpo di un leone.
Caratterizzato come infido e spietato.
Coloro che non riescono a rispondere al suo enigma vengono uccisi e mangiati da questo mostro famelico.
“Il secondo avvento” 1920
Giro: un simbolo ricorrente nella poesia di Yeats:
Yeats ha scritto una poesia intitolata “The Gyres” in The Tower
Simboleggia l’alternanza tra due cicli storici: uno caratterizzato da ordine e crescita, l’altro da caos e decadenza. #yinandyang
Girando e girando nella spirale che si allarga
il falco non può udire il falconiere; le cose cadono a pezzi; il centro non regge più; sul mondo dilaga mera anarchia, l’onda fosca di sangue dilaga, e in ogni luogo sommerge il rito dell’innocenza; i migliori difettano d’ogni convinzione, i peggiori sono colmi d’appassionata intensità.
Di sicuro è vicina qualche rivelazione; di sicuro è vicino il Secondo Avvento. Il Secondo Avvento! Appena pronunciate le parole un’immagine possente affiorata dallo Spiritus Mundi mi turba la vista: in qualche luogo tra le sabbie del deserto una forma con corpo di leone e testa d’uomo, lo sguardo vuoto e impietoso come il sole, muove lenta le cosce, e tutto intorno roteano le ombre degli indignati uccelli del deserto. Il buio scende nuovamente; ma ora io so che venti secoli di sonno di pietra furono ridotti a un incubo dal dondolio d’una culla, e quale mai rozza bestia, giunta alla fine la sua ora, arranca verso Betlemme per venire alla luce? |
Turning and turning in the widening gyre
The falcon cannot hear the falconer; Things fall apart; the centre cannot hold; Mere anarchy is loosed upon the world, The blood-dimmed tide is loosed, and everywhere The ceremony of innocence is drowned; The best lack all conviction, while the worst Are full of passionate intensity.
Surely some revelation is at hand; Surely the Second Coming is at hand. The Second Coming! Hardly are those words out When a vast image out of Spiritus Mundi Troubles my sight: somewhere in sands of the desert A shape with lion body and the head of a man, A gaze blank and pitiless as the sun, Is moving its slow thighs, while all about it Reel shadows of the indignant desert birds. The darkness drops again; but now I know That twenty centuries of stony sleep Were vexed to nightmare by a rocking cradle, And what rough beast, its hour come round at last, Slouches towards Bethlehem to be born?
(William Butler Yeats, 1919) (Trad. di Ariodante Marianni) |
Nel 1921 fu siglato il Trattato anglo.irlandese (nascita della Repubblica d’Irlanda)
Nel 1922 Yeats diventò senatore del Dail (Parlamento irlandese) fino al 1928
Premio Nobel per la letteratura: 1923
Nel 1923 premio Nobel per la poesia «Per la sua poetica sempre ispirata, che con alta forma artistica ha dato espressione allo spirito di un’intera nazione.»
L’Irlanda di Yeats: profonda trasformazione
Tra la fine degli anni 1880 e gli anni ’30, non c’era quasi un evento o movimento pubblico irlandese significativo in cui Yeats non fosse coinvolto o su cui non avesse un’opinione.
Yeats Voleva una rinascita letteraria irlandese, in lingua inglese, però.
Yeats era un opinionista ed è noto per essere stato il poeta di riferimento di quegli anni decisivi per l’Irlanda.
La sua interpretazione dell’Irlanda del suo tempo non dovrebbe essere presa per il valore nominale perché, ovviamente, aveva una visione parziale e, a volte, partigiana delle cose.
Yeats vuole che i suoi lettori si espandano oltre i confini storici dell’identità “irlandese”, e invece si connettano a un ambito più ampio di identità umana, nell’umanità stessa.
La sua poesia diventa più personale, simbolica
Il lavoro successivo di Yeats è più personale e i suoi soggetti includono i suoi figli e l’esperienza dell’invecchiamento.
Molti suggeriscono che la sua più grande poesia sia stata scritta in tarda età.
L’Irlanda di Yeats, intanto, era in profonda trasformazione
Al momento della sua morte nel 1939, l’Irlanda aveva vissuto una guerra di indipendenza e una guerra civile, eventi che caratterizzarono e influenzarono la sua poesia.
Yeats ha assistito all’emergere dello Stato libero irlandese, in cui ha servito come senatore, e al consolidamento, in circostanze difficili, dell’indipendenza irlandese durante gli anni ’20 e ’30.
“Verso Bisanzio” 1927
“Verso Bisanzio” 1927
Bisanzio: un’antica colonia greca sul sito che in seguito divenne Costantinopoli, e in seguito ancora Istanbul, colonizzata c.irca nel 657 a.C.
Ottava Rima: OTTAVA
otto linee giambiche, di solito pentametro giambico, e una rima baciata finale
a-b-a-b-a-b-c-c
Originariamente utilizzato per lunghe poesie su temi eroici
Il primo uso noto è negli scritti del poeta italiano del XIV secolo Giovanni Boccaccio
“Il Decameron”: la commedia umana
Bisanzio
Rima imperfetta
Una rima in cui c’è solo una parziale corrispondenza di suoni
In genere i segmenti vocalici sono diversi mentre le consonanti sono identiche o viceversa.
“Perne” è un’ortografia gaelica alternativa di “pirn”.
PERNO: sostantivo e verbo. (Come sostantivo anche ‘pern;’ inglese tardo medio)
sostantivo:
1. un cilindretto su cui è avvolto filo, ecc.; una bobina, una bobina, una bobina; questa ferita con filo, ecc.
2. Filo avvolto su bobina, ecc. “raro”. Inizio XVIII secolo.
verbo: Avvolgere o avvolgere (filo, ecc.) su una bobina, ecc. Scozzese. All’inizio del XIX secolo.
“Verso Bisanzio” 1927
Scritto nel 1926 quando Yeats aveva 60 o 61 anni
Da un’intervista alla BBC:
“Sto cercando di scrivere sullo stato della mia anima, perché è giusto che un vecchio ispezioni la sua anima, e alcuni dei miei pensieri su questo argomento li ho messi in una poesia intitolata “Sailing to Byzantium”. Quando gli irlandesi illuminavano il Libro di Kells e realizzavano i pastorali ingioiellati nel Museo Nazionale, Bisanzio era il centro della civiltà europea e la fonte della sua filosofia spirituale, quindi simbolizzo la ricerca della vita spirituale con un viaggio in quella città. “
E’ tratta dalla raccolta The Tower, del 1928, ed è considerata l’espressione della piena maturità del poeta.
Bisanzio: l’antico impero, un tema tipicamente decadente. Nell’immaginario inglese Bisanzio è considerata un luogo mitico, in cui gli artisti operavano in maniera prolifica e in perfetta sintonia con le società e le istituzioni e tra di loro.
1) Viene presentato tutto ciò che viene abbandonato andando verso Bisanzio. A Bisanzio tutto canta la vita, è luogo fatto per la vita e per chi può goderne a pieno. A Bisanzio l’arte ha saputo superare la natura, e in questa città conta l’arte
v.7/8: i vecchi devono andarsene in luoghi a loro dedicati.
2) Si riflette su cosa sia il vecchio. E’ povera cosa, non può prendere parte alle sensazioni della natura e dell’arte,
I That is no country for old men. The young In one another’s arms, birds in the trees —Those dying generations—at their song, The salmon-falls, the mackerel-crowded seas, Fish, flesh, or fowl, commend all summer long Whatever is begotten, born, and dies. Caught in that sensual music all neglect Monuments of unageing intellect. II An aged man is but a paltry thing, A tattered coat upon a stick, unless Soul clap its hands and sing, and louder sing For every tatter in its mortal dress, Nor is there singing school but studying Monuments of its own magnificence; And therefore I have sailed the seas and come To the holy city of Byzantium. III O sages standing in God’s holy fire As in the gold mosaic of a wall, Come from the holy fire, perno in a gyre, And be the singing-masters of my soul. Consume my heart away; sick with desire And fastened to a dying animal It knows not what it is; and gather me Into the artifice of eternity. IV Once out of nature I shall never take My bodily form from any natural thing, But such a form as Grecian goldsmiths make Of hammered gold and gold enamelling To keep a drowsy Emperor awake; Or set upon a golden bough to sing To lords and ladies of Byzantium Of what is past, or passing, or to come. |
I
Quello non è un paese per vecchi. Il giovane L’uno nelle braccia dell’altro, uccelli sugli alberi —Quelle generazioni morenti — al loro canto, Le cascate di salmoni, i mari affollati di sgombri, Pesce, carne o pollame, raccomandati per tutta l’estate Tutto ciò che è generato, nasce e muore. Catturato in quella musica sensuale ogni abbandono Monumenti di intelletto senza età. II Un uomo anziano non è che una cosa meschina, Un cappotto sbrindellato su un bastone, a meno che L’anima batte le mani e canta, e canta più forte Per ogni brandello nel suo abito mortale, Né c’è scuola di canto ma studio Monumenti della propria magnificenza; E quindi ho solcato i mari e sono venuto Alla città santa di Bisanzio. III O saggi che state nel fuoco sacro di Dio Come nel mosaico d’oro di un muro, Vieni dal fuoco sacro, perno in un vortice, E sii il maestro del canto della mia anima. consuma il mio cuore; malato di desiderio E legato a un animale morente Non sa cosa sia; e raccoglimi Nell’artificio dell’eternità. IV Una volta fuori dalla natura non prenderò mai La mia forma corporea da qualsiasi cosa naturale, Ma una tale forma come fanno gli orafi greci D’oro martellato e smaltato d’oro Per tenere sveglio un sonnolento imperatore; O messo su un ramo d’oro per cantare Ai signori e alle signore di Bisanzio Di ciò che è passato, o che passa, o che verrà. |
“Leda e il cigno” 1924
Effetti dominanti:
Allusioni:
Mitologia/Storia: Zeus, Leda, Elena, Agamennone
Sineddoche:
Una parte dell’uccello è usata per rappresentare il tutto
Struttura: Sonetto petrarchesco
Un’ottava e un sestetto (linee 11 e 12 combinate)
Metro: pentametro giambico imperfetto
Domande retoriche
Elena (spesso chiamata “Elena di Troia”) era la figlia di Leda e Zeus, ed era la sorella dei Dioscuri e Clitennestra.
Poiché Zeus “visitava” Leda sotto forma di cigno, Elena veniva spesso presentata come nata da un uovo. Era considerata la donna più bella del mondo.
Quando Helen raggiunse l’età da marito, tutti i più grandi uomini della Grecia la corteggiarono. Il marito di sua madre, il re Tindaro di Lacedemone, era preoccupato per i guai che potevano essere causati dai corteggiatori delusi. Agendo su consiglio di Ulisse, fece giurare a tutti i corteggiatori che avrebbero sostenuto i diritti matrimoniali del candidato prescelto.
Quindi stabilì che Menelao fosse il marito di Elena. Ha vissuto felicemente con Menelao per un certo numero di anni e gli ha dato una figlia, Hermione.
Dopo circa un decennio di vita coniugale, Elena fu rapita o scappata con Paride, figlio del re Priamo di Troia. Menelao ha invitato gli altri corteggiatori a mantenere i loro giuramenti e ad aiutarlo a riaverla. Di conseguenza, i capi greci radunarono il più grande esercito dell’epoca, lo misero sotto il comando di Agamennone e partirono per intraprendere quella che divenne nota come la guerra di Troia.
Dopo la caduta di Troia, Menelao riportò Elena a Sparta, dove vissero ancora una volta una vita coniugale apparentemente felice. Dopo la fine della loro esistenza mortale, hanno continuato a stare insieme in Elysium.
C’erano diversi resoconti sulla relazione di Helen con Paris.
In alcuni, era veramente innamorata di lui, sebbene le sue simpatie fossero principalmente per i greci che assediarono Troia.
In altri, era una donna bella e sfrenata che portava disastri su coloro che la circondavano.
In altri resoconti ancora, non andò mai a Troia: Hermes, agendo su ordine di Zeus, la portò via in Egitto e creò un fantasma dalle nuvole per accompagnare Parigi; la vera Elena si riunì a Menelao dopo la guerra di Troia.
“Leda e il cigno”
Suggestioni e caratteristiche della poesia:
La “Leda” di Michelangelo
La “Leda” di Da Vinci
“Il canto di Aengus errante” 1897
Effetti dominanti:
Allusione
Suono:
Allitterazione
Consonanza
Canzone
Rima e metro
“Il canto di Aengus errante” 1897
Effetti dominanti:
Allusione: mitologia celtica
Aengus (Óengus in antico irlandese) è un dio celtico dell’amore, della giovinezza e dell’ispirazione poetica.
È tradizionalmente descritto come avere uccelli che cantano intorno alla sua testa.
Aengus si innamorò di una ragazza che aveva visto nei suoi sogni. Sua madre, suo padre e il re irlandese l’hanno cercata per più di un anno.
Aengus andò al lago della Bocca del Drago e trovò 150 ragazze incatenate a coppie, tra cui la sua ragazza.
Il 1° novembre, Caer e le altre ragazze si sarebbero trasformate in cigni per un anno.
Ad Aengus fu detto che avrebbe potuto sposare Caer se fosse riuscito a identificarla nella sua forma di cigno.
Aengus si trasformò in un cigno e volarono via, cantando una musica meravigliosa che fece addormentare tutti gli ascoltatori per tre giorni e tre notti.
“Il canto di Aengus errante” 1897
Fonda la Dublin Hermetic Society, 1885
I vagabondaggi di Oisin, 1889
Fonda la National Literary Society, 1891
Fonda il National (Abbey) Theatre, 1897
La coscienza è conflitto: Maud Gonne sposa MacBride, 1903
Ribellione di Pasqua, 1916
Sposa Georgiana Hyde-Lees, 1917; inizia la scrittura automatica che conduce a A Vision, 1926
Serve come senatore irlandese, 1922-1928
Premio Nobel per la letteratura, 1923
Purgatorio scritto ed eseguito, 1938
Wilfred Owen “Dulce Et Decorum Est” 1918/1920
Un poeta e soldato inglese; principale poeta britannico della prima guerra mondiale
Poesia scioccante e realistica sugli orrori delle trincee e della guerra con il gas
L’ispirazione per il titolo giunge dal poeta latino Orazio (65 a.C.-8 a.C.)
Poeta romano: Orazio
Dolce et decoro est pro patria mori:
mors et fugacem persequitur virum
nec parcit inbellis iuventae
poplitibus timidove tergo.
Traduzione:
Com’è dolce e onorevole morire per la propria patria: la morte insegue l’uomo che fugge, non risparmia i muscoli posteriori della coscia o le schiene codarde dei giovani timidi.