I puffini dell’ Adriatico di Giovanni Pascoli
28 Dicembre 2019Temporale e Lampo di Giovanni Pascoli
28 Dicembre 2019“X Agosto” di Giovanni Pascoli è una delle poesie più note e simboliche della raccolta Myricae (1891), dedicata al padre Ruggero, assassinato il 10 agosto 1867, una tragedia che segnò profondamente la vita e l’opera del poeta.
La data scelta, il 10 agosto, coincide anche con la notte di San Lorenzo, famosa per le stelle cadenti, che Pascoli trasforma in un potente simbolo di dolore e di lacrime celesti. In questa poesia, il poeta riflette sul male che pervade il mondo e sull’ingiustizia subita dalla sua famiglia, interpretando l’assassinio del padre come un emblema dell’assurdità del dolore umano.
Testo della poesia
X Agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.Ritorna una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
Analisi
Versi 1-4:
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
La poesia si apre con il riferimento alla notte di San Lorenzo, nota per le stelle cadenti, che il poeta interpreta come un simbolo di dolore universale. Pascoli, con tono malinconico e solenne, afferma di sapere il motivo per cui tante stelle “ardono” e “cadono” nel cielo: esse rappresentano il pianto di dolore che risuona nell’universo. L’immagine delle stelle che cadono diventa il segno di un dolore cosmico, in cui la sofferenza umana e il male nel mondo sono riflessi nel cielo.
Versi 5-12:
*Ritorna una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.*
La seconda strofa introduce l’immagine della rondine, che simbolicamente rappresenta l’innocenza e la cura materna. La rondine, che stava tornando al suo nido per nutrire i suoi piccoli, viene uccisa e cade tra i “spini”, una metafora del dolore e della crudeltà che colpisce anche gli esseri più innocenti. La descrizione della rondine “come in croce” è altamente simbolica, richiamando l’immagine del sacrificio, simile a quello di Cristo. Il nido, luogo di rifugio e protezione, è invece avvolto nell’ombra, un’immagine che trasmette tristezza e attesa. Il pigolio dei rondinini diventa sempre più debole, suggerendo l’idea di una speranza che si affievolisce e di una vita che si spegne.
Versi 13-20:
*Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.*
La terza e quarta strofa fanno un parallelo diretto tra la rondine e il padre del poeta, Ruggero Pascoli. Anche il padre stava “tornando al suo nido”, ossia alla famiglia, quando venne assassinato. In un gesto di estrema pietà, Pascoli immagina il padre dire “Perdono” ai suoi assassini, un riferimento cristiano alla figura di Gesù sulla croce, che invoca il perdono per coloro che lo uccidono. Il “grido” rimasto negli “aperti occhi” del padre ucciso è un’immagine tragica e potente, che esprime l’orrore e l’ingiustizia di un atto così crudele.
Le “bambole” che il padre portava in dono sono simbolo dell’amore paterno, della dolcezza che veniva spezzata da un atto violento. L’immagine dell’uomo immobile, che “addita le bambole al cielo lontano”, rappresenta l’inutilità di quel sacrificio, la tragica fine di un uomo buono che portava gioia ai suoi figli ma è stato fermato dalla morte.
Versi 21-24:
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
Nell’ultima quartina, Pascoli si rivolge al Cielo, invocando una sorta di pianto cosmico, una pioggia di stelle che possa lavare l’”atomo opaco del Male”, ossia la Terra, vista come un luogo oscuro e corrotto. Il contrasto tra il Cielo, descritto come “sereno, infinito, immortale”, e la Terra, definita “opaca”, mette in luce l’incolmabile distanza tra la perfezione del divino e la sofferenza degli esseri umani. Le stelle cadenti, che all’inizio erano il pianto del cielo, diventano ora il segno di una compassione universale verso il male che affligge il mondo.
Temi principali
- Il dolore universale: Le stelle cadenti, che nella tradizione popolare rappresentano i desideri, per Pascoli sono invece lacrime che scendono dal cielo, simbolo del dolore e della sofferenza che permeano il mondo. L’assassinio del padre è un esempio concreto e personale di un male più grande e diffuso.
- L’innocenza violata: La rondine uccisa mentre portava il cibo ai suoi piccoli e il padre ucciso mentre portava i doni ai figli sono immagini parallele che simboleggiano l’ingiustizia del male che colpisce gli innocenti. L’amore e la cura sono spezzati dalla violenza, rendendo ancora più tragica la loro condizione.
- Il sacrificio e il perdono: Entrambe le figure, la rondine e il padre, assumono tratti sacrali: la rondine “come in croce” e il padre che, prima di morire, perdona i suoi assassini. Questo parallelismo con la figura di Cristo sottolinea l’idea del sacrificio e della sofferenza come elementi centrali della vita umana.
- Il Male e l’ingiustizia: Il tema dell’ingiustizia è centrale nella poesia, e l’assassinio del padre rappresenta per Pascoli l’emblema di un mondo governato dal male e dalla violenza. La Terra, descritta come un “atomo opaco del Male”, è un luogo corrotto e lontano dalla serenità del cielo.
- Il nido: Il “nido”, già un tema ricorrente in Pascoli, è qui un simbolo di protezione, amore e calore familiare. Tuttavia, è anche vulnerabile, poiché entrambi i protagonisti della poesia, la rondine e il padre, non riescono a fare ritorno al loro nido, colpiti dalla crudeltà del mondo.
Parafrasi
X Agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto Ritorna una rondine al tetto: Ora è là, come in croce, che tende Anche un uomo tornava al suo nido: Ora là, nella casa romita, E tu, Cielo, dall’alto dei mondi |
Nella notte di San Lorenzo, io so perché così tante stelle cadono dal cielo sereno: esse rappresentano un grande pianto che brilla nella volta celeste.
Una rondine stava tornando al suo nido, ma fu uccisa e cadde tra i rovi: portava nel becco un insetto per nutrire i suoi piccoli. Ora è lì, con le ali tese come se fosse in croce, offrendo quel verme verso il cielo lontano, mentre il suo nido è immerso nell’ombra e i suoi piccoli, affamati, pigolano sempre più debolmente. Anche un uomo stava tornando a casa, ma fu ucciso. Prima di morire disse “Perdono” e negli occhi aperti rimase un grido di dolore: portava con sé due bambole da regalare ai suoi figli. Ora, nella casa solitaria, lo aspettano invano: egli, immobile e stupito, mostra al cielo le bambole che non potrà mai più consegnare. E tu, Cielo, dall’alto dei mondi sereni, infiniti e immortali, fai cadere un pianto di stelle su questa Terra, un piccolo atomo oscuro dominato dal male! |
Commento finale
“X Agosto” è una delle poesie più tragiche e toccanti di Giovanni Pascoli, in cui il dolore personale per la perdita del padre viene trasformato in una riflessione universale sul male e sulla sofferenza. L’assassinio del padre diventa il simbolo di un’ingiustizia più grande che pervade l’esistenza umana, e la morte violenta di un uomo buono e innocente viene paragonata alla sofferenza della natura, rappresentata dalla rondine uccisa.
Pascoli riesce, attraverso immagini fortemente simboliche e un linguaggio semplice ma evocativo, a trasmettere la sua visione pessimistica della vita, in cui il male sembra prevalere e la speranza di giustizia o di pace è affidata a un pianto cosmico, rappresentato dalle stelle cadenti.